Controllare babysitter e colf con le telecamere: è possibile?
Le notizie di cronaca che spesso raccontavano di violenze o maltrattamenti avvenuti tra le mura domestiche, hanno spinto molte persone a voler installare delle telecamere nascoste per proteggere la sicurezza dei propri famigliari. Infatti, soprattutto se si hanno in casa babysitter, colf e badanti che danno una mano con i bambini o che svolgono le faccende domestiche, è necessario cautelarsi.
La prudenza, infatti, non è mai troppa e, oltre a questi spiacevoli episodi, molte persone desiderano anche essere sicure che gli oggetti di valore non vengano sottratti e che le persone svolgano correttamente i loro lavoro.
Tuttavia, è legale installare delle telecamere in casa? Ecco cosa dice la legge.
Sistemi di sorveglianza: quando sono ammessi
La questione relativa alla presenza di telecamere nascoste per controllare le azioni di un’altra persona è sempre stata molto dibattuta e controversa, soprattutto se ciò avviene a sua insaputa. Sebbene questa soluzione sia valida per prevenire illeciti di vario tipo, violenze e abusi, non si può non pensare che costituisca anche una violazione della privacy. Se si tratta di lavoratori, poi, la legge è ben chiara nel vietare controlli che non siano resi noti.
Un cambiamento si è avuto con on il Jobs Act che ha di fatto liberalizzato l’uso di telecamere e sistemi di videosorveglianza nei luoghi di lavoro, stabilendo però anche delle condizioni che devono essere rispettate.
Le telecamere nascoste, come quelle che si possono acquistare su telecamere.casa, possono essere utilizzate solo se l’intento è quello di prevenire eventuali reati, come nel caso di una badante che maltratti un paziente. Tuttavia, ciò deve essere autorizzato dai sindacati o dalla Direzione territoriale del lavoro (Dtl). Inoltre, in nessun caso questi sistemi possono essere impiegati per verificare che il lavoro venga svolto in modo corretto da un punto di vista qualitativo.
Questo è valido per quanto riguarda i luoghi pubblici, ma nel caso della propria abitazione, ad esempio, la legge autorizza a sorvegliare babysitter e collaboratori domestici solo previo consenso alla registrazione e in seguito alla comunicazione della presenza dell’impianto di videosorveglianza. In questi casi, però, non è richiesto l’autorizzazione da parte delle rappresentanze sindacali.
La presenza di telecamere nascoste in casa è ammessa, ma solo nelle aree di lavoro e non dove potrebbero esserci dei problemi di privacy. Vale a dire che si può installare questi sistemi nelle stanze dove la babysitter o la colf svolgono il loro lavoro, ad esempio, ma non nel bagno o nella loro camera.
Si tratta di dettagli molto importanti perché, se viene rilevata la presenza d’impianti di videosorveglianza senza che sia avvenuta comunicazione, si rischia d’incorrere in gravi sanzioni.
Come scegliere la telecamera nascosta
Sul mercato esiste una vasta gamma di telecamere nascoste che permettono di tenere sotto controllo ciò che avviene in casa o nelle aree intorno. Questo vuol dire che è facile trovare dei supporti adatti per ogni esigenza, anche in termini di budget.
I modelli migliori sono quelli che integrano sensori a raggi infrarossi, utili anche per la visione notturna, e che sono dotati di connettività Wi-Fi per essere controllati anche da remoto. Per evitare che la telecamere si spenga in assenza di corrente, è preferibile scegliere i modelli a batteria.