Emicrania con aura: un disturbo sottovalutato
Nel mondo milioni di persone sono affette da un male tanto invisibile quanto invalidante: l’emicrania con aura.
Come tutti gli episodi emicranici, questa può essere suddivisa schematicamente in quattro fasi, non necessariamente sempre tutte presenti o distinte tra loro. I primi sintomi a comparire sono i cosiddetti prodromi, seguiti quindi dall’aura (che come vedremo può avere caratteristiche anche molto diverse da individuo a individuo), dall’attacco doloroso e, infine, dai sintomi post-attacco, talora chiamati postdromi.
I sintomi prodromici sono identificabili solo di rado: non sempre il Paziente li associa all’attacco emicranico o è in grado di riconoscerli. Il Dott. Davide Borghetti, neurologo toscano che si occupa prevalentemente di cefalee, precisa: “Tra i prodromi possono essere presenti sintomi anche molto vaghi quali fluttuazioni del tono dell’umore, sintomi gastrointestinali quali nausea, vomito, stipsi o diarrea, oppure ancora sbadigli ricorrenti, irritabilità e ipersensibilità, incremento della produzione delle urine. I prodromi spesso anticipano l’attacco vero e proprio anche di 24 o più ore, rendendo difficile la formulazione di un nesso tra eventi così distanti tra loro”.
I prodromi non vanno comunque confusi con l’aura. Questa rappresenta un vero e proprio fenomeno neurologico che, nella sua versione tipica e più comune, interessa la vista. Si stima che circa un emicranico su cinque vada incontro, almeno una volta, ad un episodio di aura. La durata media è di circa venti minuti. L’esordio è solitamente caratterizzato da una “macchia” (detta scotoma) localizzata al centro del campo visivo.
“Il Paziente percepisce dunque una alterazione della parte centrale del campo visivo, del tutto simile a quella che si potrebbe vedere dopo aver guardato una forte fonte luminosa, come il sole”, precisa il Dott. Borghetti. “Questa macchia si allarga dunque progressivamente interessando porzioni sempre più ampie del campo visivo. In molti casi compaiono figure più complesse, quali ad esempio linee ondulate o a zigzag, elementi scintillanti, punti iridescenti e così via. Il quadro si risolve in genere entro mezz’ora, in seguito al quale insorge, solitamente, un fortissimo mal di testa”.
In alcuni e più rari casi l’aura può assumere caratteristiche di atipia (aura atipica), tanto in termini di durata quanto di caratteristiche dell’impegno neurologico.
Può infatti comparire un deficit sensitivo o motorio (formicolii, debolezza o paralisi di una metà del corpo), o addirittura del linguaggio (difficoltà nel pronunciare o leggere le parole). In alcuni pazienti l’aura può recidivare molte volte all’interno della singola giornata, o addirittura durare ore o interi giorni.
Diventa importante, in queste situazioni – soprattutto in caso di episodi di nuova insorgenza – distinguere in modo appropriato l’aura emicranica da eventi circolatori veri e propri. I soggetti che sperimentano l’aura per la prima volta ne sono in genere, e giustamente, estremamente spaventati.
È necessario attendere la completa risoluzione di almeno due episodi per poterli etichettare, correttamente, come “semplici” episodi di aura. Diventa altresì necessario effettuare un adeguato inquadramento specialistico neurologico, al termine del quale, se necessario, verranno prescritti ulteriori accertamenti.